Salute digitale
«Negli ultimi anni, l’attenzione verso il settore della sanità digitale ha subìto un’accelerazione» spiega Roberto Ascione, fondatore e Ad di Healthware Group e autore del libro The Future of Health (Wiley 2021).
E in Italia?
«A differenza che in altri settori, come la finanza e la mobilità, la digitalizzazione della sanità registra ancora un ritardo significativo» continua Ascione. I dati lo confermano. Se in Europa la digital healthcare nel 2021 è cresciuta del 17% fino a 47 miliardi di euro, l’Italia ha inseguito: +8% per 3,3 miliardi di euro (fonte: Il mercato della sanità digitale 2018-2024 di NetConsulting Cube).
«Nell’ultimo decennio, le strutture sanitarie si sono dotate di tecnologie digitali molto difformi tra loro e, quando è stato necessario uniformare i sistemi tecnologici, ciò ha portato ad avere un approccio frammentario».
Ma non è questo l’unico motivo del ritardo. I cittadini faticano ad affidarsi a strumenti digitali: basti pensare che 9 italiani su 10 non hanno mai utilizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico, lo strumento digitale che permette di tracciare la storia della nostra vita sanitaria.
«Il ruolo di aziende e startup risulterà sempre più determinante, soprattutto alla luce delle opportunità offerte dal PNRR, che dedica a riforme e investimenti nel settore salute l’intera Missione 6, con 15,63 miliardi di euro».